Il colesterolo è una sostanza molto importante per il nostro organismo. Viene sintetizzato nel fegato ed è presente nel sangue e in vari organi: il cervello, il sistema nervoso e, di particolare importanza, nelle membrane cellulari. Il colesterolo è il precursore fondamentale per la sintesi degli ormoni e della vitamina D.
Negli ultimi anni abbiamo demonizzato i grassi, ma oggi sappiamo che valori di colesterolo al di sotto di 170 mg possono essere pericolosi per il nostro organismo.
La produzione di colesterolo endogeno corrisponde a circa 1 g al giorno, mentre l’organismo ne assume con la dieta mediamente altri 300-600 mg.
I precursori fondamentali della produzione endogena sono gli zuccheri, per cui è troppo semplicistico cercare di controllare il colesterolo eliminando solo i cibi che ne sono ricchi senza controllare anche l’assunzione dei carboidrati, soprattutto la sera. La dieta deve tendere prima di tutto a equilibrare i valori glicemici, limitando la risposta insulinica. Il colesterolo in eccesso rimane in circolazione, formando accumuli pericolosi per la salute e depositandosi sulle pareti delle arterie, impedendo il flusso del sangue verso organi come il cuore e il cervello. Finché il colesterolo viene veicolato dal sangue in quantità normali, non vi sono problemi. Le cose si complicano quando la sua quantità supera certi valori. A parità di condizioni, una persona con valori di colesterolo pari a 250 mg/dl ha esattamente il doppio di probabilità di andare incontro a un infarto rispetto a chi possiede una concentrazione di colesterolo nel sangue di 200 mg/dl. La probabilità è addirittura superiore di quattro volte quando il colesterolo sia pari a 300 mg/dl. Tutto ciò è vero soprattutto se nel corpo si verifica contemporaneamente un aumento dell’infiammazione (misurabile nel sangue con la pcr), che può determinare la formazione di placche, soprattutto se è il colesterolo LDL ad essere molto alto.
Le lipoproteine a bassa densità LDL, presentando molta affinità con le cellule dell’endotelio delle arterie, liberano il colesterolo sulla parete dei vasi; viceversa le lipoproteine HDL svolgono la funzione opposta, rimuovendo il colesterolo dalle arterie e riportandolo al fegato. Se il valore del colesterolo risulta alto (oltre 240) e meglio fare della analisi per vedere i livelli di LDL (più pericoloso), HDL (più protettivo) e trigliceridi.
CONSIGLI UTILI
- Praticare attività motoria: una moderata attività fisica giornaliera migliora il rapporto fra colesterolo HDL e LDL, oltre ovviamente ad apportare numerosi altri benefici.
- Evitare il consumo di superalcolici.
- Mantenere il peso forma: l’obesità accresce i livelli di colesterolo, il carico di lavoro del cuore e il rischio di ipertensione e diabete.
- Evitare il fumo: una specifica sostanza contenuta nel fumo di tabacco può essere responsabile nell’avviare il processo degenerativo dei vasi sanguigni che porta all’arterosclerosi.
- Utilizzare con moderazione (senza eliminarla) la quota proteica, evitando in particolare le carni rosse, in quanto apportatrici di colesterolo, la carne di maiale, i latticini ricchi di grassi e zuccheri.
- Utilizzare tutti gli alimenti dotati di azione fluidificante: prezzemolo, funghi e ananas, aglio, cipolla, melone e mandarini. Particolarmente utile può essere il cetriolo, che è fluidificante, destrutturante e diuretico.
- Contrastare la tendenza alla ritenzione idrica e al ristagno intestinale, in considerazione del fatto che nella maggior parte dei casi nei pazienti con il colesterolo alto coesiste una tendenza alla stipsi per scarsa funzionalità della colecisti, che si traduce in un riassorbimento della massa fecale ricca in grassi. Non a caso, i contadini che utilizzavano un’alimentazione ricchissima in grassi animali, facevano sempre largo uso di aglio e cipolla e, abitualmente, si nutrivano di tutti i legumi spesso rifiutati da chi temeva il meteorismo intestinale, e non soffrivano di ipercolesterolemia.
- Fra le carni bianche una delle più indicate è quella di tacchino, in quanto ha minore quantità di lipidi. Seguono il coniglio e l’agnello, che contengono iodio e sono a bassa concentrazione di purine; per questa ragione attivano il metabolismo e non aggravano il rene.
- I semi commestibili sono tutti ricchi di acidi grassi omega 3 (per esempio i semi di zucca e di sesamo, le noci, le mandorle, le olive) e non devono mancare nell’alimentazione degli ipercolesterolemici.
- Nelle ipercolesterolemie si possono impiegare i legumi secchi, da preferire rispetto a quelli freschi in quanto la disidratazione subita nel tempo provoca una concentrazione di fibre che bloccano nell’intestino il passaggio del colesterolo verso il circolo sanguigno. Per abbassare il tasso di colesterolo risultaranno utili le associazioni di pasta e fagioli, riso e lenticchie, riso e piselli, risotto ai funghi o polenta e funghi.
- Nelle ipercolesterolemie marcate i derivati del latte non possono essere impiegati, sia per la presenza dei lipidi saturi, sia per la notevole percentuale di calcio in essi contenuta, che contribuirebbe ad aumentare ulteriormente la viscosità e la coagulabilità ematica in pazienti spesso a rischio cardiovascolare.
- Mangiare fino ad un uovo al giorno non influisce sull’incidenza delle malattie cardiovascolari nelle persone sane. In altre parole le uova non fanno aumentare il livello di colesterolo nel sangue.
- I grassi omega3 del pesce selvatico (non quello allevato, più ricco di grassi saturi e omega6 infiammatori) vanno utilizzati il piu possibile anche come integratori, poiché fluidificano il sangue, hanno azione antiinfiammatoria e prevengono le placche.
INTEGRATORI CONSIGLIATI
Per chi assume il farmaco contro il colesterolo (Statina) consigliamo di integrare, specialmente se si avvertono crampi muscolari, un integratore contenente coenzima Q10: esistono degli ottimi integratori naturali a base di monocolina k e coenzima Q10 che possono abbassare il colesterolo cattivo. Sono consigliati anche i fermenti lattici e le fibre, che aiutano a tenere attivo l’intestino.
Il piatto nella foto di copertina è del ristorante La Trota di Terni